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Grotta della Poesia
20 Feb

La Grotta della Poesia il mito e l’incanto senza tempo

A pochi passi da Torre dell’Orso, scendendo in direzione sud lungo la costa rocciosa disseminata di calette e anfratti pittoreschi, nei pressi di una importante area archeologica, sorge l’incanto della Grotta della Poesia (dal greco medievale pósis, “sorgente d’acqua dolce”). Quella che oggi appare come una piscina naturale di origine carsica di forma circolare, simile ad un’altra di dimensioni più ridotte che sorge a pochi passi, era, in realtà, una grotta costiera cui successivamente è crollata la volta. Le limpide acque che le riempiono giungono per mezzo di un canale che può essere percorso a nuoto o con una barca.

Di pianta ellittica con assi di circa 30 e 18 metri, la più ampia delle due conche o Poesia Grande, dista dal mare circa trenta metri e rappresenta la piscina naturale più famosa della Puglia, che molte riviste di settore annoverano tra le 10 piscine naturali più belle del mondo. Qui è possibile vivere un’esperienza di balneazione unica e coinvolgente, mentre per i più audaci il bordo della conca, alto circa 4 metri, offre un trampolino di tutto rispetto da cui provare il brivido del tuffo nelle sue acque turchesi.

La Poesia Piccola, invece, ha assi di circa 15 e 9 metri ed è separata dal mare aperto da una settantina di metri in linea d’aria. Quest’ultima, sotto tutela e non accessibile, custodisce un autentico tesoro archeologico rinvenuto nel 1983 dal professore Cosimo Pagliara dell’Università di Lecce e consistente in una serie di iscrizioni miracolosamente giunte fino a noi di origine messapica (ma anche latine e greche), da cui è stato possibile stabilire che la grotta era anticamente luogo di culto del dio Taotor Andi Rahas, invocato per le pratiche di guarigione.

Da sempre attraversata dalla storia e dal mito, la grotta delle Poesia accoglie anche una suggestiva leggenda. Si narra, infatti, che nelle limpide acque della grotta amasse fare il bagno una principessa di rara bellezza, la cui fama era tale da attirare schiere di poeti da tutto il Sud dell’Italia per cantarne le lodi. Chi componeva versi dedicati a inafferrabili ninfe, chi a misteriose principesse orientali, chi ad algide regine nordiche; il fascino e la fama di questi versi fu tale da far ribattezzare il luogo, appunto, come Grotta della Poesia.

Forse proprio i versi di una poetessa dei nostri giorni come Rina Durante riescono a restituire al meglio la suggestione e la malia unica dell’incanto senza tempo della Grotta della Poesia, quando scrive: “…siamo rimasti soli e i pallidi voli di qualche gabbiano. Antica Poesia, poesia dimenticata, la tua voce rimane inascoltata come la mia… perché abbiamo la stessa voce antica e triste del passato”.