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8 Mar

Torre dell’Orso e la Grotta della Poesia

Situata sul litorale tra Roca Vecchia e Torre dell’Orso, la grotta della Poesia è una delle gemme indiscusse del versante adriatico salentino. Luogo pieno di fascino e mistero, che ha catturato la fantasia e il cuore di tanti visitatori, ha goduto, negli ultimi anni, di una grande evidenza mediatica grazie all’attenzione di diverse prestigiose riviste internazionali che l’hanno inserita tra le dieci piscine naturali più belle al mondo accanto alla laguna di Giola, alla Thassos in Grecia, alla Pamukkale turca o alla Playa de l’Amor in Messico.

Specchio magico intagliato nella costa, che dopo aver dato prova di inesausto estro di forme e impressioni da Torre dell’Orso risalendo verso Roca, giunta in questo luogo, sembra abbia il desiderio di rimirarsi nel suo fulgore specchiandosi sulla superficie cristallina del suo mare. Uno specchio in cui si è riflettuta anche la storia, il mito, il folklore, e la poesia della genti salentine fin dai tempi dell’antica Grecia e dell’antica Roma.

Scavata dall’incessante lavoro di scalpello del mare, fin dai tempi più antichi, infatti, ha offerto rifugio e diletto derivando il suo evocativo nome dalla lingua greca del Medioevo in cui il termine posia significa sorgente di acqua dolce, con chiaro riferimento alla sorgente di acqua che in passato scorreva al suo interno i cui segni sono ancora oggi visibili lungo le pareti della piscina naturale.

Come tutti i luoghi incantati, anche la Grotta della poesia è percorsa da storie e leggende che ne perpetuano nella narrazione il fascino e l’incanto. Una di queste leggende la vorrebbe frequentata da una bellissima principessa, che amava bagnarsi nelle sue acque. La fama della bellezza della principessa, come un dardo scoccato da arco, si diffuse con grande rapidità per tutta la Puglia e il sud d’Italia, tanto da richiamare intere schiere di poeti, che erano soliti riunirsi nella grotta per decantarne virtù e splendore. E così, nacquero canti che intrecciarono le storie di principesse orientali, ninfe o regine di nordica schiatta, i cui destini furono immortalati da versi, che eternarono la fama del luogo come ricettacolo di bellezza e poesia.

Ma oltre al mito e alla leggenda, anche la storia ha lasciato tracce di sé in questo luogo di vetusta meraviglia. Numerose e importanti sono le iscrizioni e i graffiti incisi sulle pareti della grotta, che ne fanno un importante documento storico per la ricostruzione e lo studio delle prime testimonianze scritte della terra di Puglia. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di scritte votive invocanti, per lo più, Thaotor Audirahas che, come il suo corrispettivo Asclepio (o Esculapio), era il dio che veniva invocato per la guarigione delle malattie o contro i malefici.

Oggi, per chi villeggia sulla costa adriatica tra San Foca e Torre dell’Orso, la Grotta della Poesia è un’occasione da non perdere per vivere tutto l’incanto di questo luogo sospeso tra folgoranti epifanie di armonie naturali e suggestioni del tempo lungo della storia.